Il campionato italiano di calcio femminile è un torneo dilettantistico del gioco
del calcio istituito dalla Federazione Italiana Giuoco Calcio nel 1986, anche se esisteva un
campionato già nel 1968. Il campionato è
costituito da una serie maggiore (o prima divisione) detta Serie A e
da altre serie a carattere nazionale (la Serie B, più altre due categorie a livello
regionale (C eD). Ogni squadra affronta tutte le altre
compagini del raggruppamento di appartenenza due volte, una presso il proprio
campo (partita in casa), una presso il campo avverso (partita in trasferta) con
uno svolgimento che è detto Girone all'italiana. Si assegnano tre punti
alla squadra che vince una partita (soltanto due fino al 1994), un punto a ciascuna
squadra in caso di pareggio e zero alla squadra sconfitta. Fu organizzato da
due federazioni sino al 1973. Fino al 1985 si disputava a cadenza annuale, dalla
stagione 1985-86[1] è a cadenza biennale. A questo
campionato sono naturalmente legate grandi campionesse del football italiano
come Carolina Morace, top-scorer della nazionale femminile e, a
tutt'oggi, unica calciatrice ad aver allenato una squadra di club maschile di
calcio, la Viterbese.
Nel febbraio del 1933 a Milano in Via Stoppani 12 prese vita il Gruppo Femminile Calcistico,
primo club di calcio femminile organizzato; le ragazze scendevano nel
rettangolo da gioco indossando delle sottane.
Ma l'attività durò solo circa 9
mesi perché, dopo l'entusiasmo dato dall'uscita della notizia sul Calcio
Illustrato che
pubblicò una pagina intera con le foto delle ragazze milanesi, in diverse città
sorsero altre squadre di ragazze. Il C.O.N.I.,
per evitare che il "fenomeno" prendesse piede, impedì alle donne la
possibilità di giocare non solo dei tornei ma soprattutto le singole gare,
dirottando le calciatrici in vari sport atletici.
Nel 1946 nascono a Trieste due squadre: la Triestina e il San
Giusto. Quattro anni dopo a Napoli diverse società del panorama
calcistico nazionale danno vita all'Associazione Italiana Calcio Femminile.
Si va avanti fino al 1959, quando viene sciolta
l'A.I.C.F., ma nonostante ciò si continua a giocare senza un campionato
ufficiale.
Nel 1965, a Milano, Valeria Rocchi, fonda due squadre con il
sostegno del presidente dell'Internazionale, Angelo Moratti. All'Arena di
Milano nel quadro del quarto torneo Inter Club-Pepsi Cola si gioca
Bologna-Inter. Belle ragazze, sia in una squadra che nell'altra. Tutte le
ragazze in campo sono in realtà milanesi dai 14 ai 17 anni. Allenatrice di
entrambe le formazioni e arbitro, Valeria Rocchi. Le fasi di gioco sono
interessanti. La stampa esulta e moltiplica gli articoli elogiosi. "C'era una biondina che faceva
degli slalom come Mazzola. Interrogata ha detto di seguire spesso le partite e
di essere un'ammiratrice di Sandrino". Al pubblico piace lo spettacolo che
riscuote un successo inatteso e si comincia a prevedere uno sviluppo delle
"donne calciatrici".
Queste partite hanno valore di sondaggio nel senso che il Centro
Inter Club vuole accertare il comportamento delle ragazze calciatrici e le
reazioni del pubblico per appagare le istanze di molte ragazze rivolte ad un
sempre più intenso sviluppo del calcio femminile.
Se prima dell'incontro, erano
già pervenute al Centro Interclub oltre tremila lettere invocanti la creazione
di squadre femminili con relativi campionati regolari, dopo il vivo successo
del IV torneo Inter Club Pepsi Cola, moltissime ragazze in tutta Italia
manifestano l'intenzione di dedicarsi a questo sport e sorge il Centro
Coordinamento Calcio femminile con
sede in via san Calocero, 3.
Negli stessi giorni la signora Alba Campominosi Mignone fa
pubblicare sulla rivista Amica un annuncio per cercare ragazze appassionate di
calcio. Viene sommersa dalle risposte e può fondare il Genova.
Nel 1968 nasce la Federazione Italiana Calcio
Femminile (detta anche la Federazione di Viareggio perché a capo del comitato promotore è
il viareggino Mazzoni): viene disputato il campionato italiano a due gironi da
cinque squadre e nella finale di Pisaviene assegnato il
primo scudetto alla formazione dell'Associazione Calcio Femminile Genova, che
ha avuto la meglio sullaRoma.
Questa situazione di stabilità dura solo
due anni, infatti il 31 gennaio 1970 dieci società decidono
di abbandonare la F.I.C.F. e firmano l'atto costitutivo della Federazione Italiana Giuoco Calcio Femminile (F.F.I.G.C.) con Presidente l'avvocato Giovanni Trabucco. La stagione
successiva Trabucco rinuncia a ricandidarsi alla Presidenza a favore del
maestro Aleandro Franchi.
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Arbitre |
Trabucco prese nello stesso anno i primi
contatti con la F.I.G.C. chiedendo il riconoscimento quale entità sportiva ormai pronta all'ingresso
nel C.O.N.I..
La Federcalcio, nominata una Commissione di Studio con a capo il Dottor Franco Bettinelli di Milano (presidente dal 1962 del Settore Giovanile Scolastico
FIGC), dette parere sfavorevole respingendo ogni richiesta di
Trabucco.
Nel 1972 avviene la fusione
delle due federazioni sotto il nome di Federazione Femminile
Italiana Unificata Autonoma Giuoco Calcio ma un gruppo di circa
15 società dissidenti con Presidente Paolo Savini ricostituisce la Federazione
di Viareggio (ex F.I.C.F.) con la nuova denominazione F.I.G.C.F., federazione che,
malgrado alcune defezioni, riesce a riorganizzare un piccolo "campionato
italiano" composto da società provenienti solo dalle regioni Piemonte,
Lombardia, Liguria, e Toscana.
Questa ulteriore scissione si ricompone
la stagione successiva con l'ingresso delle ultime dissidenti nella Federazione
Unificata che, perdendo durante l'Assemblea Straordinaria di gennaio 1973 il
termine Autonoma, si trasforma in Federazione Femminile Italiana Unificata Giuoco Calcio (F.F.I.U.G.C.). Dopo solo 2 stagioni la sigla cambia ulteriormente: durante
l'Assemblea Straordinaria di Bologna del 16 febbraio 1975 diventa Federazione Italiana Giuoco Calcio
Femminile (F.I.G.C.F.), preludio dell'ingresso
nella F.I.G.C. che avverrà nel 1986.
Con la prima unificazione delle 2
Federazioni nel 1972, viene indetto un campionato di qualificazione a 45
squadre suddiviso in quattro gironi, primo passo per una graduale definizione
della scala di valori che nel 1973 avrebbe trasformato la Serie B, unico
livello regionale, in campionato nazionale a cui viene, nei primi 3 anni,
attribuito il nome di Serie A Interregionale.
La F.F.I.G.C. cresce vertiginosamente
nel suo isolamento nei confronti della F.I.G.C., isolamento
che comporta anche molti vantaggi in fatto di agevolazioni per le trasferte e i
pernottamenti, agevolazioni che la Federcalcio non potrebbe concederle.
Inaugurata una Serie C a carattere
interregionale, nel 1983 vengono poste le basi
per lo sviluppo delle categorie giovanili costituendo nel 1979 il campionato delle esordienti in ambito regionale (che nel 1982 viene trasformato in Serie D). Ma è
soltanto nel 1986 che il calcio
femminile perde la sua autonomia ed entra nei ranghi della F.I.G.C.. Inserita
in ambito Lega Nazionale Dilettanti, a partire dalla
stagione 1986-1987 vengono costituite varie commissioni per studiare norme ad
hoc per lo sviluppo del calcio femminile e nel 1989 viene nominato il
primo presidente Maurizio Foroni.
Il 1º maggio 1997 le società di Serie A e B nominano quale presidente della Divisione Calcio
Femminile la signora Natalina Ceraso Levati
. L'attività a carattere
nazionale si articola così: Serie A con 16 squadre partecipanti e girone unico;
Serie B divisa in tre gironi da 14 squadre. Viene istituita la Supercoppa da
disputarsi fra la vincente la Coppa Italia ed il campionato di Serie A.
Proseguendo nell'opera di sviluppo, nel 1998, le società partecipanti alla Serie B
vengono suddivise in 4 gironi di 12 squadre con play-off finali per individuare
le tre vincenti che accederanno alla Serie A. Viene poi istituito il torneo
Under 14 per rappresentative regionali con atlete partecipanti ai tornei
pulcini, esordienti, giovani calciatrici per incrementare il numero delle
praticanti.
Nell'assemblea federale del 2009 Giancarlo
Padovan è stato eletto Presidente della
Divisione Calcio Femminile.
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Nazionale |
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