mercoledì 24 agosto 2016

Calcio femminile- la storia

Il campionato italiano di calcio femminile è un torneo dilettantistico del gioco del calcio istituito dalla Federazione Italiana Giuoco Calcio nel 1986, anche se esisteva un campionato già nel 1968. Il campionato è costituito da una serie maggiore (o prima divisione) detta Serie A e da altre serie a carattere nazionale (la Serie B, più altre due categorie a livello regionale (C eD). Ogni squadra affronta tutte le altre compagini del raggruppamento di appartenenza due volte, una presso il proprio campo (partita in casa), una presso il campo avverso (partita in trasferta) con uno svolgimento che è detto Girone all'italiana. Si assegnano tre punti alla squadra che vince una partita (soltanto due fino al 1994), un punto a ciascuna squadra in caso di pareggio e zero alla squadra sconfitta. Fu organizzato da due federazioni sino al 1973. Fino al 1985 si disputava a cadenza annuale, dalla stagione 1985-86[1] è a cadenza biennale. A questo campionato sono naturalmente legate grandi campionesse del football italiano come Carolina Morace, top-scorer della nazionale femminile e, a tutt'oggi, unica calciatrice ad aver allenato una squadra di club maschile di calcio, la Viterbese.

Nel febbraio del 1933 a Milano in Via Stoppani 12 prese vita il Gruppo Femminile Calcistico, primo club di calcio femminile organizzato; le ragazze scendevano nel rettangolo da gioco indossando delle sottane.
Ma l'attività durò solo circa 9 mesi perché, dopo l'entusiasmo dato dall'uscita della notizia sul Calcio Illustrato che pubblicò una pagina intera con le foto delle ragazze milanesi, in diverse città sorsero altre squadre di ragazze. Il C.O.N.I., per evitare che il "fenomeno" prendesse piede, impedì alle donne la possibilità di giocare non solo dei tornei ma soprattutto le singole gare, dirottando le calciatrici in vari sport atletici.
Nel 1946 nascono a Trieste due squadre: la Triestina e il San Giusto. Quattro anni dopo a Napoli diverse società del panorama calcistico nazionale danno vita all'Associazione Italiana Calcio Femminile. Si va avanti fino al 1959, quando viene sciolta l'A.I.C.F., ma nonostante ciò si continua a giocare senza un campionato ufficiale.
Nel 1965, a Milano, Valeria Rocchi, fonda due squadre con il sostegno del presidente dell'Internazionale, Angelo Moratti. All'Arena di Milano nel quadro del quarto torneo Inter Club-Pepsi Cola si gioca Bologna-Inter. Belle ragazze, sia in una squadra che nell'altra. Tutte le ragazze in campo sono in realtà milanesi dai 14 ai 17 anni. Allenatrice di entrambe le formazioni e arbitro, Valeria Rocchi. Le fasi di gioco sono interessanti. La stampa esulta e moltiplica gli articoli elogiosi. "C'era una biondina che faceva degli slalom come Mazzola. Interrogata ha detto di seguire spesso le partite e di essere un'ammiratrice di Sandrino". Al pubblico piace lo spettacolo che riscuote un successo inatteso e si comincia a prevedere uno sviluppo delle "donne calciatrici".
Queste partite hanno valore di sondaggio nel senso che il Centro Inter Club vuole accertare il comportamento delle ragazze calciatrici e le reazioni del pubblico per appagare le istanze di molte ragazze rivolte ad un sempre più intenso sviluppo del calcio femminile.
Se prima dell'incontro, erano già pervenute al Centro Interclub oltre tremila lettere invocanti la creazione di squadre femminili con relativi campionati regolari, dopo il vivo successo del IV torneo Inter Club Pepsi Cola, moltissime ragazze in tutta Italia manifestano l'intenzione di dedicarsi a questo sport e sorge il Centro Coordinamento Calcio femminile con sede in via san Calocero, 3.
Negli stessi giorni la signora Alba Campominosi Mignone fa pubblicare sulla rivista Amica un annuncio per cercare ragazze appassionate di calcio. Viene sommersa dalle risposte e può fondare il Genova.
Nel 1968 nasce la Federazione Italiana Calcio Femminile (detta anche la Federazione di Viareggio perché a capo del comitato promotore è il viareggino Mazzoni): viene disputato il campionato italiano a due gironi da cinque squadre e nella finale di Pisaviene assegnato il primo scudetto alla formazione dell'Associazione Calcio Femminile Genova, che ha avuto la meglio sullaRoma.
Questa situazione di stabilità dura solo due anni, infatti il 31 gennaio 1970 dieci società decidono di abbandonare la F.I.C.F. e firmano l'atto costitutivo della Federazione Italiana Giuoco Calcio Femminile (F.F.I.G.C.) con Presidente l'avvocato Giovanni Trabucco. La stagione successiva Trabucco rinuncia a ricandidarsi alla Presidenza a favore del maestro Aleandro Franchi.
Arbitre
Trabucco prese nello stesso anno i primi contatti con la F.I.G.C. chiedendo il riconoscimento quale entità sportiva ormai pronta all'ingresso nel C.O.N.I.. La Federcalcio, nominata una Commissione di Studio con a capo il Dottor Franco Bettinelli di Milano (presidente dal 1962 del Settore Giovanile Scolastico FIGC), dette parere sfavorevole respingendo ogni richiesta di Trabucco.
Nel 1972 avviene la fusione delle due federazioni sotto il nome di Federazione Femminile Italiana Unificata Autonoma Giuoco Calcio ma un gruppo di circa 15 società dissidenti con Presidente Paolo Savini ricostituisce la Federazione di Viareggio (ex F.I.C.F.) con la nuova denominazione F.I.G.C.F., federazione che, malgrado alcune defezioni, riesce a riorganizzare un piccolo "campionato italiano" composto da società provenienti solo dalle regioni Piemonte, Lombardia, Liguria, e Toscana.
Questa ulteriore scissione si ricompone la stagione successiva con l'ingresso delle ultime dissidenti nella Federazione Unificata che, perdendo durante l'Assemblea Straordinaria di gennaio 1973 il termine Autonoma, si trasforma in Federazione Femminile Italiana Unificata Giuoco Calcio (F.F.I.U.G.C.). Dopo solo 2 stagioni la sigla cambia ulteriormente: durante l'Assemblea Straordinaria di Bologna del 16 febbraio 1975 diventa Federazione Italiana Giuoco Calcio Femminile (F.I.G.C.F.), preludio dell'ingresso nella F.I.G.C. che avverrà nel 1986.
Con la prima unificazione delle 2 Federazioni nel 1972, viene indetto un campionato di qualificazione a 45 squadre suddiviso in quattro gironi, primo passo per una graduale definizione della scala di valori che nel 1973 avrebbe trasformato la Serie B, unico livello regionale, in campionato nazionale a cui viene, nei primi 3 anni, attribuito il nome di Serie A Interregionale.
La F.F.I.G.C. cresce vertiginosamente nel suo isolamento nei confronti della F.I.G.C., isolamento che comporta anche molti vantaggi in fatto di agevolazioni per le trasferte e i pernottamenti, agevolazioni che la Federcalcio non potrebbe concederle.
Inaugurata una Serie C a carattere interregionale, nel 1983 vengono poste le basi per lo sviluppo delle categorie giovanili costituendo nel 1979 il campionato delle esordienti in ambito regionale (che nel 1982 viene trasformato in Serie D). Ma è soltanto nel 1986 che il calcio femminile perde la sua autonomia ed entra nei ranghi della F.I.G.C.. Inserita in ambito Lega Nazionale Dilettanti, a partire dalla stagione 1986-1987 vengono costituite varie commissioni per studiare norme ad hoc per lo sviluppo del calcio femminile e nel 1989 viene nominato il primo presidente Maurizio Foroni.
Il 1º maggio 1997 le società di Serie A e B nominano quale presidente della Divisione Calcio Femminile la signora Natalina Ceraso Levati
. L'attività a carattere nazionale si articola così: Serie A con 16 squadre partecipanti e girone unico; Serie B divisa in tre gironi da 14 squadre. Viene istituita la Supercoppa da disputarsi fra la vincente la Coppa Italia ed il campionato di Serie A. Proseguendo nell'opera di sviluppo, nel 1998, le società partecipanti alla Serie B vengono suddivise in 4 gironi di 12 squadre con play-off finali per individuare le tre vincenti che accederanno alla Serie A. Viene poi istituito il torneo Under 14 per rappresentative regionali con atlete partecipanti ai tornei pulcini, esordienti, giovani calciatrici per incrementare il numero delle praticanti.
Nell'assemblea federale del 2009 Giancarlo Padovan è stato eletto Presidente della Divisione Calcio Femminile.
Nazionale


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