Il gioco del
calcio sembra avere origini antichissime. Tracce di giochi simili sono
rintracciabili in diversi luoghi ed epoche. Un
antico gioco con la palla era praticato già in Giappone verso
l'XI secolo a.C. Nello stesso periodo in Cina era molto diffuso lo Tsu-chu (letteralmente: palla di cuoio
calciata dal piede), che impiegava un pallone ripieno di piume e capelli
femminili, bisognava infilare il pallone in un buco sostenuto da due canne di
bambù, utilizzando unicamente i piedi.
Un manuale militare risalente al periodo
della dinastia di Han, includeva questa disciplina fra le esercitazioni di
formazione fisica. Un manoscritto del 50 a.C., conservato a Monaco, attesta
l'introduzione del tsu-chu in Giappone e la disputa d'incontri internazionali
tra le squadre dei due Paesi.
Sempre in Giappone risulta si giocasse il Kemari, più giovane di circa 500-600 anni
rispetto a quello cinese, e tuttora praticato. In uno spazio relativamente
piccolo, i giocatori dovevano passarsi, senza che questo toccasse terra, un
involucro di cuoio al cui interno era inserita una vescica di animale gonfiata.
Altre testimonianze arrivano
dalla Grecia antica
dove, intorno al IV secolo a.C., si affermò l'Episkyros mai però inserito tra le discipline
olimpiche del tempo. Altri giochi che prevedevano l'uso della palla erano
l'urania, la feninda, l'aporraxis.
A Roma questo gioco si trasformò nell'Harpastum
Nel Medioevo i
giochi con il pallone furono soprattutto espressione dell'antagonismo tra
villaggi o tra fazioni dello stesso villaggio: perse le regole dell'antichità,
obbedivano da luogo a luogo a norme diverse. Verso la fine del Duecento
arrivano notizie della presenza di un gioco con la palla, il Large-football dalle Isole Britanniche. Una cronaca
londinese del 1175,
narra i timori del popolo per la violenza con cui si giocava al pallone durante
il carnevale. Un secolo dopo, per questa sua natura violenta, il gioco fu
regolato o addirittura proibito. Il 13 aprile 1314 il Re Edoardo II proibisce la pratica del gioco a Londra e
nei luoghi pubblici. Nel 1388,
con un editto del Re Enrico V,
il gioco fu messo definitivamente al bando. Proibito in Inghilterra, si era ormai diffuso nei territori
vicini e soprattutto in Scozia e Francia.
In Francia, nello stesso periodo, si giocava esclusivamente con
i piedi e in modo assai violento la Savate.
Una lettera di grazia (1374), parla della Soule come mezzo di contesa col pallone da
lungo tempo praticata tra villaggi. Tale gioco è attestato già dal XII secolo
nella Francia del
nord e in Cornovaglia.
La palla contesa nella Soule era in cuoio o in vescica di maiale,
riempita di crusca, fieno, muschio o crine di cavallo. Il campo da gioco aveva
grandezza variabile e poteva anche includere fossati, ruscelli, boschi e zone
paludose. La metà campo poteva essere il confine tra due parrocchie, la piazza
del villaggio, il sagrato della chiesa ma anche il cimitero o il castello del
signore locale. La palla veniva spinta usando mani, piedi o bastoni. Dalle saghe nordiche sappiamo poi che i Vichinghi praticavano
il knattleikr :
divisi in due squadre, ciascuna con un capitano, si contendevano una palla dura
e pesante. La palla poteva essere colpita a mani nude o con un bastone e doveva
essere portata all'estremità del campo avversario. Il knattleikr si disputava su campi erbosi o sul
ghiaccio: in quest'ultimo caso i Vichinghi cospargevano le suole delle loro
calzature con bitume o sabbia per garantirsi una maggiore aderenza al suolo (il Grágás, un codice del XII
secolo, parla di questo gioco). La versione celtica del
calcio era il gaelico cnapan (o knappan).
Veniva utilizzata una palla di legno intrisa di unto di grasso animale per
renderla più viscida e sfuggente. Si fronteggiavano due squadre di uno o più
villaggi con l'obiettivo di aggiudicarsi la palla e di conquistare il campo
avversario. Le regole non scritte della competizione prevedevano che il gioco,
se la foga era eccessiva, potesse essere fermato al grido: " Heddwch! ("Pace!")
Ma la città dove il gioco con
la palla ebbe il massimo fulgore fu la Firenze medicea,
dove si praticava il calcio fiorentino.
Il vocabolario della
Crusca, edito a Venezia nel XVIII secolo, dà del gioco del calcio questa
definizione: È calcio anche
nome di gioco, proprio e antico della città di Firenze, a guisa di battaglia
ordinata con una palla a vento, somigliante alla sferomachia, passata dai Greci
ai Latini e dai Latini a noi. Il calcio fiorentino, assai diffuso a quei
tempi, dava luogo a incontri ufficiali nelle grandi ricorrenze tra i partiti
dei verdi e dei bianchi, rispettivamente della
riva sinistra e destra dell'Arno. Il campo di gioco era
Piazza Santa Croce ed il partito che vinceva si appropriava delle insegne
avversarie. Ogni partito era formato da 27 giocatori: 15, divisi in tre gruppi
di 5, formavano la linea degli innanzi che aveva compiti di attacco; 5,
chiamati sconciatori,
formavano la seconda linea e avevano il compito d'intralciare le manovre
avversarie; 4 componevano la terza linea ed erano i datori innanzi, rilanciavano
cioè la palla verso gli innanzi;
3, infine, formavano l'estrema linea dei datori
indietro, che impedivano agli innanziavversari
di raggiungere con la palla il fondo del campo e conquistare una caccia.
Attualmente quell'antico gioco è ricordato a Firenze, ogni anno,
con una fedele ricostruzione in costume. Nel XVII secolo un
gioco simile al calcio fiorentino si praticava anche a Venezia e Bologna, dove però era stato proibito nel 1580.
Una variante del gioco del calcio 'alla fiorentina' veniva usata nel Seicento
nella vicina Prato, come testimonia lo scienziato Francesco Redi in
un'etimologia pubblicata da Gilles Ménages nelle sue "Origini della lingua
italiana", pubblicate nel 1669: “In Prato, già Terra, oggi Città, in
Toscana, non più che dieci miglia distante di Firenze, si fa il giuoco del
calcio, non meno che in Firenze. Ma se nel giuoco di Firenze si usano piccoli
palloncini, e si percuotono col pugno armato di solo guanto, in Prato si adoperano
di que' pallon grossi, co' quali si suol giocare il gioco del pallon grosso
(gioco noto in Francia) ed in questo giuoco del calcio de' pratesi, non si dà
al pallone col pugno, ma sempre col calcio: anzi rarissime son quelle volte che
se gli dà col pugno; perché il pugno nudo, o armato d'un semplice guanto, non
avrebbe forza sufficiente a poter battere e spigner lontano quel così grosso
pallone”.
In Inghilterra, riabilitato nel
1617 da Giacomo Stuart, il gioco con la palla
ricominciò liberamente ad essere praticato, soprattutto dai giovani
frequentanti i college e le università inglesi. Nacquero le prime regole
scritte di un gioco denominato dribbling-game, antenato sia del calcio che del
rugby, che vedeva affrontarsi due squadre di 11 o 22 giocatori e prevedeva sia
l'uso dei piedi che delle mani. Ma ancora, nel 1820,
sussisteva confusione tra un tipo di gioco e l'altro, le cui evidenti
differenze originarono, in seguito, una separazione e la nascita della Rugby Union, nel 1846.
Un primo tentativo di unificazione si ebbe con le 14 regole, quando al Trinity College di Cambridge si
riunirono giocatori in rappresentanza di diversi istituti per stilare una prima
bozza del regolamento del gioco del football.
Il 24 ottobre 1857 venne fondato il primo club di
football al mondo, lo Sheffield Football
Club, che giocò la sua prima partita al Parkfield House, e nel 1858 furono scritte le Sheffield Rules (Regole di
Sheffield)
Ma è solo nel 1863,
e precisamente il 26 ottobre, che il calcio ha riscontro istituzionale. A
Londra, in Great Queen Street presso la Free Mason's Tavern (la taverna dei
Framassoni o dei Liberi Muratori), si danno appuntamento i rappresentanti di
undici club e associazioni sportive londinesi per creare la prima federazione
calcistica nazionale, una struttura unitaria che prenderà il nome di Football Association.
Scopo primario è codificare in maniera organica e omogenea il nuovo gioco. Il
regolamento che scaturisce dall'incontro mostra però un evidente compromesso
con lo sport per eccellenza nel mondo anglosassone che già allora andava sotto
il nome di football: il
rugby. Il 24 novembre dello stesso anno i membri della Football Association si
riuniscono nuovamente e due opposte fazioni si scontrano: da un lato mr. Morley
(Segretario dell'associazione), deciso ad eliminare la matrice rugbystica del
nuovo gioco, dall'altro mr. Campbell (Presidente del club Blackheat), estremo
difensore di quella impostazione. Sono le ragioni del segretario ad imporsi ed
il successivo 8 dicembre vengono apportate sostanziali modifiche al
regolamento: nessun giocatore infatti potrà correre con la palla tra le mani o
caricare l'avversario. Il calcio, come oggi l'intendiamo, ha finalmente
intrapreso la sua strada.
A differenza degli esordi, che quasi non vedevano alcuna
distinzione di ruoli tra i giocatori, con il trascorrere degli anni nascono
poco a poco "specializzazioni" che porteranno ad una sommaria
distinzione tra attaccanti e difensori. È questo il periodo in cui si tende ad
equilibrare la sbilanciamento in avanti delle squadre e il risultato più
evidente è l'arretramento di tre attaccanti: i mediani. Ma è con gli inizi del
1870 che lo schieramento in campo assume quell'impostazione ben presto diffusa
in tutto il mondo costituita da un portiere, due terzini, tre mediani e cinque
attaccanti. Nel 1871, intanto, vengono codificate le dimensioni del pallone, fa
la sua comparsa la figura del portiere come unico giocatore al quale fosse
consentito toccare la palla con le mani, e nasce la federazione scozzese. Nel 1875 è la volta di quella gallese. Solo tre
anni più tardi un arbitro utilizzerà per la prima volta un fischietto per
dirigere una gara.
Notevoli e rapidi progressi si ebbero poi anche nei materiali
usati per costruire il pallone. Tutti i giochi con la palla infatti fino al XIX secolo furono
condizionati dai limiti tecnici della loro oggettistica: l'insicura elasticità
delle vesciche di animali, la scarsa sensibilità delle sfere di tela riempite
di turaccioli, la difficoltà di reperire sostanze espansive. La rivoluzione
merceologica fu compiuta dall'avvento del caucciù, che gli inglesi trapiantarono dalle
foreste sudamericane nei loro possedimenti dell'Oceano Indiano. L'invenzione della camera d'aria rese poi possibile un notevole
progresso nel controllo e nella mobilità della sfera. Nel 1880 si aggiunge
un'altra federazione alle tre già esistenti: quella irlandese. Sei anni dopo,
nel 1886,
viene fondato l'International Football Association Board (IFAB),
organo costituito dalle quattro federazioni britanniche di Inghilterra, Scozia,Irlanda e Galles, con il compito di far rispettare le
regole del gioco e se necessario, di apportarvi modifiche. Tale organo è
tuttora in vigore ed è l'unico, a livello mondiale, a decidere in tema di
regolamento del gioco. Sempre nel 1886 viene ufficialmente riconosciuto il
professionismo sportivo: i calciatori sono cioè equiparati alle altre categorie
di lavoratori e devono conseguentemente percepire un compenso per l'opera
prestata. Una decisione che provoca dure reazioni da parte di alcuni ambienti
che, nel 1907,
daranno vita ad un'altra associazione.
Nel 1890 le porte sono finalmente dotate di
reti, una innovazione importante basata sul brevetto di un cittadino di Liverpool: Mister Broodie. Due anni più tardi
fa la sua comparsa il calcio di rigore
.
In Gran Bretagna il calcio si era ormai consacrato come
fenomeno sportivo e sociale, capace di coinvolgere migliaia di spettatori e
affollare gli stadi. Alla finale di F.A. Cup nel 1887 erano presenti 27.000 spettatori, che
sarebbero diventati 110.000 quattro anni più tardi. Alla passione degli
studenti si aggiunse quella degli imprenditori. Questi ultimi rimasti estranei
ai primi passi del nuovo gioco, se ne erano innamorati solo quando esso aveva
completato le sue strutture formali. Contribuendo così alla costruzione degli
stadi, al finanziamento dei club, alla nascita del primo mecenatismo sportivo
al mondo. Al football si erano ormai avvicinati anche i ceti medi e i colletti
bianchi delle manifatture e delle banche, meno entusiasta era invece rimasto il
mondo delle professioni liberali, mentre quello degli intellettuali appariva
abbastanza diviso, famosa al riguardo è l'invettiva del Premio Nobel Kipling contro
gli entusiastici sostenitori del nuovo sport:”voi che saziate le vostre piccole
anime con gli idioti fangosi del football”. Nonostante ciò il calcio era ormai
in grande ascesa in tutto il regno, pronto per varcare i confini nazionali e
diffondersi in tutta Europa.
Nel frattempo il gioco si è diffuso un po' ovunque nel mondo in
particolare nei paesi che subivano l'influenza dell'allora impero britannico.
Nel 1891 nacque la Federazione
calcistica della Nuova Zelanda, nel 1892 quella del Sud Africa, nel 1893 quelle diArgentina, Belgio e Cile,
nel 1895 quella Svizzera,
nel 1900 quella della Germania.
Il primo campionato con partite di andata e ritorno e punteggi
per la classifica fu naturalmente in Inghilterra nel 1889, a cui poi seguirono
Argentina 1893, Francia 1894, Belgio 1895, Olanda e Svizzera 1897.
La prima partita ufficiale tra nazionali, fuori dai confini
inglesi fu disputata tra la nazionale
di calcio dell'Austria e
la nazionale
di calcio dell'Ungheria il
12 ottobre 1902 e vide la vittoria dei primi per 5-0.
La FIFA,
acronimo di Fédération
Internationale de Football Association, viene fondata, senza gli inglesi,
il 21 maggio 1904per
iniziativa di Francia, Svizzera, Paesi Bassi, Belgio, Svezia, Danimarca e
Spagna; nel 1905 c'è l'affiliazione degli inglesi.
La definitiva consacrazione del gioco e della sua diffusione
avvenne con le Olimpiadi
di Londra del 1908.
Fino al 1995 una regola per le squadre di club UEFA era in
vincolo di non più di tre giocatori stranieri per squadra e ciò invogliava la
costruzione di vivai per
creare e far crescere propri talenti. La cosiddetta sentenza Bosman rivoluzionò il calcio europeo
liberalizzando il mercato del pallone e la possibilità di inserire in campo
quanti più giocatori europei (comunitari) si voleva mandando in crisi il
concetto di vivaio.
Affiliazioni FIFA[
Oggi sono affiliate alla FIFA 208 federazioni nazionali raggruppate
in 6 Confederazioni continentali: l'AFC per l'Asia,
la CAFper
l'Africa, la CONCACAF per
il Nord, America centrale e Caraibi, il CONMEBOL per
il Sud America,
l'OFC per l'Oceania e
laUEFA per
l'Europa.
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