venerdì 26 agosto 2016

Fuorigioco-la sua storia

Il fuorigioco è una regola inclusa nel regolamento di alcuni sport e in ciascuno di essi fa riferimento alla posizione relativa dei giocatori della squadra attaccante rispetto ad una linea, immaginaria o realmente tracciata sul terreno di gioco. È presente nel regolamento dei seguenti sport:
·         Calcio
·         Hockey su ghiaccio
·         Rugby
Il fuorigioco è disciplinato dalla Regola 11 del Regolamento del Gioco del Calcio. Un giocatore si dice in posizione di fuorigioco quando - nel momento in cui un compagno giochi il pallone - egli si trovi al di là della linea del pallone e tra di lui e la linea di porta avversaria non ci siano almeno due giocatori avversari (uno dei quali può eventualmente essere il portiere, condizione questa non necessaria). Lo stazionare in posizione di fuorigioco non costituisce in sé un'infrazione. La posizione di fuorigioco di un giocatore viene punita solo nel momento in cui un compagno di squadra esegua un passaggio (anche in maniera fortuita) verso l'uomo in fuorigioco e questi entri in contatto con il pallone, oppure, pur non essendo il destinatario, influenzi un avversario o tragga vantaggio dalla propria posizione.
In passato il regolamento era meno permissivo punendo il fuorigioco indipendentemente dall'uomo al quale fosse diretto il passaggio, salvo prevedere, in alcuni casi il fuorigioco passivo non punibile. Se un calciatore, infortunato o meno, durante il corso di un'azione termina all'esterno del terreno di gioco, ai fini del calcolo del fuorigioco dovrà essere considerato come se giacesse sul terreno di gioco, nel punto della linea perimetrale più prossimo a lui; in tale contesto, se un difensore rotolasse accidentalmente all'esterno della propria linea di porta, e il portiere suo compagno fosse ancora fra i pali, essi terrebbero in gioco qualsiasi avversario sul terreno di gioco. Un calciatore che si trova in posizione di fuorigioco deve essere punito per infrazione di fuorigioco soltanto nel momento in cui egli prende parte attiva al gioco quando un suo compagno gli passa, o calcia verso di lui, il pallone; la posizione di fuorigioco deve essere calcolata al momento del passaggio del compagno: se un calciatore passa il pallone ad un proprio compagno quando quest'ultimo è in posizione regolare, l'arbitro non dovrà sanzionare il fuorigioco se poi il pallone gli giunge quando suddetto compagno si è spostato in posizione di fuorigioco. Viceversa, se un calciatore passa il pallone ad un proprio compagno in posizione di offside nel momento di inizio del passaggio, il fuorigioco dovrà essere sanzionato comunque anche se tale compagno recupera il pallone dopo essere arretrato in posizione regolare.
Un calciatore concretizza la propria partecipazione al gioco quando:
· interviene nel gioco;
· influenza un avversario;
· trae vantaggio da tale posizione.
"Intervenire nel gioco" indica il toccare il pallone; "influenzare un avversario" indica ostruire la visuale o impedire il movimento di un avversario con la propria presenza; "trarre vantaggio da tale posizione" indica giocare il pallone dopo che questo è stato accidentalmente rimbalzato da un palo, da una traversa, da una bandierina d'angolo, dall'arbitro, da un suo assistente sul terreno di gioco o da un avversario. Se un calciatore che si trova in posizione irregolare mentre un suo compagno gli passa il pallone commette uno di questi tre atti, deve essere sanzionato per fuorigioco.
Quando l'arbitro sanziona un'infrazione di fuorigioco, interrompe il gioco ed assegna un calcio di punizione indiretto in favore della squadra avversaria; tale calcio di punizione dovrà essere eseguito dal punto in cui si trovava il calciatore in posizione irregolare al momento del passaggio del compagno. Il calciatore non dovrà essere né ammonito né espulso, in quanto il fuorigioco è un'infrazione ma non una scorrettezza.
Normalmente, se un calciatore lancia il pallone in direzione di un proprio compagno in posizione irregolare, e durante la traiettoria questo viene deviato da un calciatore difendente, se il pallone termina comunque al calciatore in offside questi sarà punito per infrazione di fuorigioco soltanto se la deviazione del difendente è stata involontaria, mentre sarà invece cancellato il relativo fuorigioco se il difendente ha giocato volontariamente il pallone. Se però questa giocata di un difendente avviene, seppur volontariamente, nel tentativo di salvare una rete, qualora il pallone pervenga successivamente ad un attaccante in posizione di fuorigioco questi sarà comunque punito per offside

Un calciatore, benché in posizione irregolare, non può essere punito per fuorigioco se riceve il pallone direttamente da una rimessa laterale o da un calcio di rinvio eseguito da un compagno di squadra; in verità la regola include tra le rimesse di questo tipo il calcio d'angolo ma si tratta di una specificazione inutile perché su battuta di calcio d'angolo per definizione nessun calciatore in campo può essere in fuorigioco. Inoltre un calciatore non potrà mai essere punito per infrazione di fuorigioco se interviene nel gioco stazionando sulla linea mediana, in quanto un calciatore non può essere in posizione di fuorigioco nella propria metà del terreno di gioco: e la linea mediana, appartenendo contemporaneamente ad entrambe le metà del terreno di gioco, fa anche parte della metà-campo appartenente al calciatore che interviene nel gioco. Se un difensore esce volontariamente dal terreno di gioco per mettere in posizione di fuorigioco un attaccante avversario, l'arbitro lascerà che il gioco prosegua per il vantaggio e alla prima interruzione del gioco ammonirà il difendente per aver abbandonato il terreno di gioco senza il permesso dell'arbitro. Se nel frattempo l'attaccante ha segnato una rete, questa è valida.
Di contro un attaccante in posizione di offside non commette infrazione se abbandona il terreno di gioco per mostrare di non voler prendere parte al gioco, e quindi di non commettere infrazione: in compenso deve richiedere il permesso dell'arbitro per tornare sul terreno di gioco, e se omette di fare ciò deve essere ammonito per essere rientrato sul terreno di gioco senza il permesso dell'arbitro.
Se un calciatore rotola all'interno della porta avversaria mentre un suo compagno segna una rete, tale rete sarà convalidata se l'attaccante che era entrato in porta resta immobile; se invece con la voce o con i gesti ostacola o disturba un avversario, la rete non sarà convalidata, il calciatore sarà ammonito per comportamento antisportivo e la gara verrà ripresa con una rimessa da parte dell'arbitro dal punto in cui si trovava il pallone al momento dell'interruzione. Il fuorigioco fu codificato nel 1864 al momento della stesura del primo regolamento ufficiale della storia del calcio. Inizialmente si prevedeva che fra il giocatore che riceveva un passaggio e la porta avversaria vi fossero perlomeno 4 giocatori avversari. L'origine della regola sta nel fatto che si voleva evitare che uno o più attaccanti attaccassero da tergo il difensore che giocava la palla. Nel 1866 il fuorigioco passò da 4 a 3 uomini e dal 1907 si iniziò a sanzionare questa infrazione solo se il giocatore si trovava nella metà campo avversaria.

La modifica che più ha influenzato la storia del calcio (proposta per primo nel 1925 dall'allora tecnico del Newcastle) è senz'altro quella del 1926, con la quale si passò dal fuorigioco a 3 a quello a 2 giocatori. Questa variazione, volta ad aumentare la spettacolarità del gioco, sortì gli effetti desiderati e il numero di reti aumentò decisamente. Questa rivoluzione regolamentare ne determinò un'altra dal punto di vista tattico: l'esigenza di rafforzare la difesa spinse Herbert Chapman,
allenatore dell'Arsenal, a inventare un nuovo modulo di gioco che gli permise di guidare la squadra londinese a vincere due titoli nazionali. Il WM (anche detto Chapman system o semplicemente il Sistema), come venne battezzato, andò a sostituire la piramide (tattica coniata nei college dell'Università di Cambridge e sino ad allora universalmente diffusa) e ben presto sopravanzò anche il WW (anche detto il Metodo), diffusosi nello stesso periodo nell'Europa continentale ad opera degli amici e rivali Vittorio Pozzo e Hugo Meisl, allenatori rispettivamente dell'Italia e dell'Austria.
Pozzo
La più geniale trovata del Sistema consiste nell'arretramento del centromediano, che, a differenza del centromediano del Metodo (detto perciò "centromediano metodista"), perdeva così i suoi compiti di rilancio dell'azione per dedicarsi a marcare il
 centravanti avversario, in modo da controbilanciare lo svantaggio numerico in fase difensiva.
Per cercare di placare le polemiche nate dai sempre maggiori errori arbitrali, l'allora presidente della FIFA Blatter considerò la possibilità di eliminare del tutto la regola del fuorigioco Questa eventuale modifica rivoluzionerebbe il mondo del calcio.

 l controllo del fuorigioco, nelle serie maggiori quali quelle della Lega Nazionale Professionisti, è demandato ai due assistenti arbitrali, i quali devono immediatamente segnalare con la propria bandierina all'arbitro quando un calciatore deve essere punito per infrazione di fuorigioco. A pensarci bene sarebbe una delle migliori cose dette da Blatter. Un occhio umano deve vedere allo stesso istante ALMENO 4 luoghi cioè quando il calciatore XXX passa la palla e allo stesso istante dove si trovi l’ attaccante e gli ultimi 2 uomini oltre a quelli in posizione passiva!!! Un po’ troppo!!! Inoltre togliendo la regola si aprirebbero gli schemi lasciando maggior libertà di fraseggio e non tutti e 20 ammucchiati a centrocampo.

La disposizione secondo la quale un calciatore si trova in posizione di fuorigioco se una parte qualsiasi del suo corpo (escluse le braccia e le mani) sono più vicine alla linea di porta avversaria sia rispetto al pallone, sia rispetto al penultimo difendente, è recente, in quanto fino alla stagione 2004-05 in Serie A era necessario che passasse una "luce" fra i due corpi, ovvero un calciatore si trovava in posizione di fuorigioco solamente se fra lui e il penultimo difendente passasse della luce, e quindi ci fosse dello spazio vuoto, posta comunque la maggiore vicinanza dell'attaccante rispetto alla linea di porta avversaria.





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